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Biografia

ph Eliana Manca
Sono nata in Salento, il giorno della candelora, il 2 febbraio: lo stesso giorno in cui è nata la mia bisnonna paterna nei primi anni del 1900. Anna. La mia bisnonna era una donna forte, carismatica. Donna dalla voce potente, energicamente immersa sin da bambina nei profumi e nelle voci del mercato in cui lavorava. Un mercato carico di umanità, come poteva essere quando lei lo ha vissuto.
Quando sono nata io la mia bisnonna Anna aveva 73 anni.
Ogni volta che andavo a trovarla mi teneva sempre accanto a sé, raccontandomi mondi fatti meraviglie.
Dal calore di quei suoi racconti mirabili, che io ascoltavo a bocca aperta e che sono rimasti scolpiti nella mia memoria, è nata la mia passione per l’arte del racconto.
Dal ricordo della sua voce dalle mille sfumature, il mio amore per il teatro.
Se penso al paradiso, immagino un teatro sempre pieno.
Sul palco ho avuto la possibilità di esplorare personaggi complessi, di metterli a confronto con il mio carattere. Attraverso le parole di autori affascinanti ho potuto dare voce ai miei silenzi.
Ho sempre la sensazione di dovermi approcciare con pudore e con rispetto a ogni cosa, alla vita degli altri prima di tutto. Il teatro è uno specchio attraverso il quale ho la possibilità di guardare con schiettezza la mia forza e la mia fragilità.
Ho avuto la possibilità di reinventare nuovi mondi. Di reinventare me, anche solo per un’ora, attraverso il teatro. Ogni personaggio affidatomi mi ha accolto nel suo mondo e io ho avuto la possibilità di essere ospite privilegiato nella sua vita, testimoniandola poi in scena.
La mia attenzione profonda per parola, gesto e azione affonda le radici in qualcosa di più “antico”.
Forse a generare questa mia necessità di comunicare, di cercare lo sguardo di uno spettatore seduto nella penombra di un teatro, è una relazione col mondo che a volte sento fuori sincrono: quello che vorrei dire e non sempre riesco a dire. Un rincorrersi di silenzi.
Da tempo ho iniziato a lavorare con le parole per afferrare pensieri ed emozioni.
Ho iniziato a scrivere.
Se il palco mi permette di afferrare il presente, la scrittura mi permette di superare le barriere di spazio e tempo. E questa è una cosa per me altrettanto affascinante.
Da un lato, il palco. L’istante. Il presente.
Dall’altro, la scrittura. La memoria. L’utopia.
La fusione di queste schegge preziose del tempo è, per me, il teatro.
L’azione, come un volo spiccato verso l’orizzonte.
Il gesto, come bagliore in un temporale notturno.
La parola, come goccia d’ambrosia a irrorare una terra amara.
Per ritrovare la commovente umanità degli sguardi e poter pienamente vivere.

Biografia professionale

Sono entrata nel mondo del teatro nel 2001, con il corso di formazione per Educatrice Teatrale, promosso da Koreja in collaborazione con il Ministero del Lavoro nell’ambito delle azioni positive a favore delle donne previste dalla legge 125/1991.

Da allora ho continuato a perfezionarmi attraverso lo studio personale, la pratica professionale e attraverso seminari di approfondimento con esponenti di spicco del panorama teatrale contemporaneo.

Ho iniziato il mio percorso da attrice nel 2002 con 4:48 Psychosis di Sarah Kane, diretta dalla regista Simona Gonella.

Fino al 2009 sono stata attrice in molte produzioni di Koreja – “Teatro Stabile d’Innovazione” del Salento per la ricerca e la sperimentazione. Successivamente ho collaborato con altre compagnie pugliesi tra cui Factory Compagnia Transadriatica, Maccabeteatro, Il Cerchio di Gesso, interpretando, tra gli altri, diversi ruoli femminili dei drammi shakespeariani (le tre streghe del Macbeth, Beatrice, Elena, Giulietta, Caterina).

Con lo spettacolo “Bocche di dama” nel 2013 ho debuttato alla drammaturgia e alla regia.

Oltre al lavoro di interprete, ho portato avanti il lavoro di direzione, curando nel 2015 la regia dello spettacolo “Il Canto del Pane” per ARTErìa Associazione d’arte e cultura di Matera.

Nel 2018 ho interpretato Celimène nel Misantropo di Molière nella coproduzione di Factory Compagnia Transadriatica e Accademia Perduta/Romagna Teatri.
Nel 2019 sono stata diretta dalla regista Elena Bucci nello spettacolo Heroides, prodotto da Koreja in collaborazione con le Belle Bandiere.
Nel 2020 ho dato vita al testo “Rosa, rose. I corpi, le voci” omaggio alla cantautrice siciliana Rosa Balistreri, spettacolo che mi vede anche come narratrice in scena (Produzione Koreja).

Nel 2021 ho curato l’adattamento del romanzo “VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA” di Jules Verne per il video inserito nella sezione “In viaggio con le storie”, nell’ambito del Festival Internazionale Kids a Lecce. Nello stesso anno sono stata coinvolta in nuovi spettacoli, tra cui IL FANTASMA DI CANTERVILLE, liberamente ispirato all’omonimo racconto di Oscar Wilde, di cui ho curato l’adattamento (Produzione Factory compagnia Transadriatica). Inoltre, sono stata scelta come regista e interprete nella creazione dello spettacolo I FIORI DI PAPAVERO, basato su una narrazione scritta da Dario Carmentano e Grazia Lascaro (Produzione ARTEria Associazione d’arte e cultura di Matera).

Nel 2022, in veste di dramaturg, ho curato lo spettacolo-concerto “NANNARE’ – ti regalo gli occhi miei” omaggio a Gabriella Ferri, con Emanuela Gabrieli. Nello stesso anno, ho creato l’adattamento teatrale del romanzo “Oliver Twist” di Charles Dickens, andato in scena in anteprima per il “Crita Festival” organizzato dalla coop. Ventinovenove. Inoltre, ho curato il recital dedicato alla scrittrice Rina Durante, nella rassegna “Qui se mai verrai…”, promossa dal Fondo Verri. Con la prima nazionale della lettura scenica del poema “’L mal de’ fiori” di Carmelo Bene, sono stata ospite nell’ambito del Festival Internazionale “Tempora Contempora#3” promosso da AMA – accademia mediterranea dell’attore.

Su di me

ph Eliana Manca

Produzioni

ph Daniele Pignatelli

Collaborazioni

ph Giacomo Rosato

PhotoBook

ph Francesca Cofano

Recensioni

La dote attorale di Angela De Gaetano è frutto di un lungo lavoro di studio e di preparazione - oseremo dire “odiniana” con quella precisa cura che l’attore fa del prepararsi e dello stare in scena tendando l’esatto calibro dell’energia, prima di tutto fisica, perchè è in quella che abita il segreto poetico della sua “macchina”.
(Mauro Marino)

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