E proprio al monologo finale si è lasciato il compito di far intravedere una possibilità diversa rispetto alla natura della protagonista Caterina (l’ottima Angela De Gaetano), di cui si è scelto, nell’evolversi della vicenda, di non accentuare l’aspetto burbero e scostante, ma di raccontarne anche l’aspetto più emotivo, più fragile […] Una costante delle tre produzioni shakespeariane ad oggi realizzate, la presenza in scena di Angela De Gaetano, «seria come pochi, duttile e ostinata», come la definisce De Nitto che su di lei spende parole di grande ammirazione, pur se ammette: «È un’attrice con cui non è semplice lavorare perché esige tantissimo: nella costruzione dei suoi personaggi ha bisogno di un tempo molto personale, ha bisogno di ascoltare e capire a quale gioco sta giocando prima di prenderne parte definitivamente». Poche parole e molti fatti, dunque, perché, come continua il regista, « nel silenzio lavora cercando la giusta direzione fin quando il personaggio da interpretare non è completamente forgiato e pronto ad essere esposto»