Si aggira silenziosa nei camerini nella sua riservata timidezza, gentile ma schiva, assorta
diligentemente nei suoi compiti.
Mi ricordo tutte le volte che ho cercato di fotografare furtiva i suoi occhi nello specchio
mentre si truccava, la percezione che avevo di un’interiorità potente e misteriosa a cui
nessuno sguardo era ammesso.
Di questa interiorità inviolabile mi aspetto sempre l’esplosione sul palco, come se quel
mondo nascosto che posso appena sfiorare fotografandole lo sguardo, mi investisse tutto
d’un colpo, senza mediazioni. Un’orchestra improvvisa.
Di lei ogni volta mi stupisce la sua capacità di trasformarsi completamente a seconda del
personaggio, dall’austero cinismo di Caterina alla sensualità elegante di Celimene.
Dall’altra parte della macchina fotografica la sua forte presenza scenica me la rende
impossibile da ignorare, ma non è mai ingombrante, riesce a rendersi trasparente e farmi
guardare attraverso quello che racconta.
Ci sono pochi attori che dal palcoscenico mi arrivano pienamente, capaci di farmi entrare
nei personaggi come se il loro vissuto mi appartenesse da sempre, con la sensazione
straniante di essere nella loro pelle e sentirli tutti, e Angela è una di questi.
Nella fotografia di scena il rapporto che si ha con gli attori è quello di una distanza
prossima, resa più sottile e a volte infranta solo dalla tua capacità di affilare lo sguardo,
nella regia c’è il privilegio di un rapporto creativo a due, una relazione intima dove la
percezione empatica di chi hai davanti si amplifica.
Sul set, Angela la percepivo come completamente e rischiosamente esposta, spogliata
dalla sua consueta riservatezza, mi rimandava una sensibilità delicatissima, una fragilità
quasi di cristallo, che richiede un grande coraggio per rimanere dentro all’esposizione
emotiva richiesta agli attori ma che è motore di quel qualcosa in più che può rendere
indimenticabile un’interpretazione.
Con lei avevo la sensazione di poter chiedere tutto, di poterla spingere anche ai limiti
della difficoltà recitativa per poter dare vita ai personaggi e alla visione che avevo sulla
regia del racconto. Angela poggia su una grande consapevolezza tecnica e una
complessità mentale ed emotiva che la rende in grado di gestire tutti i registri espressivi e
un enorme ventaglio di sfumature dei personaggi. E’ sempre pronta, mai stanca, contenta
di cogliere la sfida e mettersi alla prova.
Al di là dei suoi certosini studi preliminari del copione, della maestria tecnica e della
diligenza con cui affronta il lavoro, la cosa che maggiormente mi affascina e la rende
unica è il suo talento innato, che travalica tutto ed è destinato a uscire fuori, brillante e
indomabile, nonostante qualsiasi imprevisto o insicurezza del momento.
E’ quel genere di talento da proteggere, pieno e inquieto, che non finisce mai di trovare
espressione e che aggiunge originalità e vita a qualsiasi cosa.
Eliana Manca
Fotografa e Regista